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lug 15,2015

Cosa cambia con gli smartwatch?

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Negli ultimi anni, il wearable si è fatto strada sotto varie forme, dai Google Glass ai bracciali per il fitness e la salute, fino ai full-body per la realtà aumentata. Ognuno con differenti risultati a livello di successo di massa.

 

Ad oggi è abbastanza chiaro che l’adozione del wearable sarà trainata principalmente dagli smartwatch, con Apple Watch a dare la spinta decisiva, ma sarà comunque rallentata rispetto ai tempi di assimilazione delle precedenti innovazioni tecnologiche, quali smartphone e tablet.

Il problema principale: gli utenti faticano a comprenderne la reale utilità ed il tipo di esperienza che possono ricavarne.

La prima modalità di relazione degli sviluppatori con questo nuovo device è quella di traslare le app per smartphone su smartwatch, senza considerare i suoi limiti e le sue potenzialità. Le nuove funzionalità come i sensori biometrici e l’NFC ad esempio, ma anche lo schermo di dimensioni ridotte, l’assenza di una tastiera o semplicemente la posizione che il device assume in relazione all’utente, sono solo alcuni degli elementi che non dovrebbero far commettere l’errore di creare le app come si è fatto finora.

Se gli sviluppatori non decidono di investire il loro lavoro nello sfruttare le potenzialità specifiche del nuovo prodotto, gli utenti non ne comprenderanno l’utilità e il suo ciclo di vita sarà breve.

Allo stesso modo, il tasso di adozione degli smartwatch determina il livello di attenzione che gli addetti ai lavori avranno nell’amplificare le potenzialità delle nuove feature.

 

Gli ostacoli all’adozione di massa

 

Secondo una ricerca di BI Intelligence, tra i fattori che stanno rallentando una rivoluzione degli smartwatch, vi è proprio l’assenza di una killer app.

Gli altri ostacoli, secondo lo studio, sono:

  • La necessità attuale di questi device di collegarsi ad uno smartphone o un tablet per la maggior parte delle azioni;
  • La mancata percezione, da parte dei consumatori, di una reale utilità;
  • Le poche funzionalità attuali ed una batteria dalla durata troppo limitata;
  • Un prezzo elevato rispetto alla percezione di utilità da parte dell’utente.

Ogni rivoluzione nata dal processo di adozione di massa di un nuovo prodotto tecnologico, è sempre scaturita dalla percezione di utilità data dalle funzionalità specifiche del prodotto stesso.

È necessario pensare agli smartwatch come dispositivi stand alone, lavorando sulle caratteristiche e le potenzialità distintive, e non in ottica di adattamento. Solo allora probabilmente emergerà la killer app degli smartwatch, sulla quale cominciano già a nascere le prime ipotesi.

Ma a monte vanno risolte problematiche quali la durata della batteria e la quasi totale dipendenza da smartphone. Un orologio, da sempre, è uno strumento del quale ci si dimentica, tenendolo al polso senza che esso richieda alcun tipo di “attenzione”, se non al cambio del fuso orario e della batteria. L’onere di doverlo ricaricare ogni sera è qualcosa a cui l’utente non è abituato e percepisce come una grossa richiesta da parte del device.

Anche l’imprescindibile legame col telefono o il tablet tramite Bluetooth sarà limitante, finché non si troverà il modo di abilitare una connessione dati.

 

Alcune potenzialità di mercato

 

Smartwatch

 

Durante il tempo che queste implementazioni richiederanno, sviluppatori e marketers hanno comunque la possibilità di lavorare ad un’amplificazione degli effetti, piuttosto che ad una duplicazione ridondante.

In ottica di business, gli smartwatch impatteranno sulle forme di pagamento – con l’integrazione di Apple Pay – così come sulle forme di relazionalità legate ai social media. Non è infatti difficile immaginare una maggiore interazione tra azienda e consumatori, ripensando i contenuti per piccoli schermi come quelli di un orologio smart. Un esempio: strutturare una social media strategy più focalizzata su brevi status e immagini coinvolgenti piuttosto che su video e articoli, con l’obiettivo di generare like e retweet, più immediati di un commento.

Anche le interazioni con l’ambiente circostante diventano più semplici e dirette, a beneficio di aziende e consumatori. NFC, geofencing e beacons permettono un contatto basato sulla prossimità, già esistente attraverso smartphone ma che diventa più intimo quando tocca il braccio del potenziale cliente. Strumento potente nel retail, ma che apre grandi possibilità anche nell’organizzazione degli eventi.

BI Intelligence afferma che vi sarà una crescita del mercato dei device indossabili del 35% per i prossimi cinque anni, arrivando a 148 milioni di unità distribuite annualmente nel 2019 e gli smartwatch rappresenteranno il 70% di tutti i device indossabili venduti.

 

BI Intelligence - Wearables Market Forecast

 

Se tutto ciò è vero, vorrà dire che tra 4 anni il tipo di esperienza portata sugli orologi smart sarà sicuramente innovativa, resta solo da aspettare di vedere quali soprese ci riserverà.

 

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